Down the Rabbithole
Termina qui (o quasi) l'avventura inglese. Come un moderno Leporello: Piova e vento sopportar, mangiar (non) male (ma troppo) e (poco) dormiiir. Voglio fare il gentiluomo e non voglio più servir!Forse non farei il gentiluomo, e devo ammettere che servire per queste settimane non è stato poi così orribile. Diciamo che non mi dispiace il fatto che, almeno per un paio di settimane, non avrò dita e unghie distrutte dai detersivi e dai letti a castello. Ma anche i servitori hanno un ruolo fondamentale e nobile nelle storie. Mi piace vederla così.
Si diceva, quindi, che trattasi oggi dell'ultimo giorno di lavoro all'Igloo Hostel di Nottingham, che da due mesi a questa parte ha svolto per me il duplice ruolo di datore di lavoro, casa e famiglia.
Una città in cui sono capitata più per caso che per volontà, e che alla fine mi ha dato molto.
Come spesso accade, nuove persone hanno attraversato la mia vita, arricchendola, spaventandola, annoiandola, facendola ridere sguaiatamente, come i preda ad un raptus. E se sembra ieri che varcavo la soglia della Tana del Bianconiglio, le esperienze che si sono però concentrate in questo mese e mezzo, in cui la primavera ha detto arrivederci al Generale Inverno (qui, lo ammetto, non si sono ancora accomiatati del tutto), sembrano quelle raccolte in innumerevoli mesi, concentrate nell'arco di una mezza stagione.
Mi ritrovo quindi a pensare agli ultimi istanti, alle cose che devono essere fatte prima di salire sull'aereo per casa. Mi perdo nei progetti futuri, per le strade di Mosca, un poco sognando un poco andando nel panico.
Mi perdo per le strade di Nottingham. Questa città conosciuta nel mondo principalmente per un lupo cattivo in sovrappeso disegnato da qualche americano della truppa Disney, eppure così lontana da quella realtà. la leggenda stereotipata e portata forse un po' all'esasperazione si respira solo in pochi angoli propri dei turisti. Il resto è un misto sconnesso tra modernità e passato, tra pub in legno in cui si trovano vecchi amici e compagnie di studenti universitari che sfidano il gelo girando per la città in maniche corte e minigonne con temperature che rasentano lo zero. E' l'unione tra le facciate un po' Dickensiane, gli edifici in mattone della rivoluzione industriale e i grandi palazzi e centri commerciali che spuntano radi a blocchi. E' il misto di negozietti vintage e locali charity.
Commenti
Posta un commento