Moscovskie zapiski 3: Lomonosov & friends
Aspettando la colazione. Che è sempre una sorpresa, in questo ostello. Nel senso che non saprai mai quando arriverà. Il fatto che di solito è gustosa e consistente sicuramente ripara al grosso problema di non avere mai un orario preciso. Di fatto qui non è di moda dare spiegazioni precise, si fa tutto molto a sentimento. Anche quando chiedi di non avere cibo, a tre persone diverse, in due lingue diverse, quello arriva comunque. Non riesco a capire se si tratta di un problema di comunicazione interno o se le persone con cui parlo sono un po' tocche (una delle ragazze, sempre gentile per carità, non è proprio la persona più sveglia di questo mondo), Se ci mettiamo anche i miei limiti linguistici, la cosa si fa ancora più complicata. Ebbene, questa è la mia routine quotidiana. La mattina aspetto la mia colazione, che d'ora in avanti chiamerò Godot, così, per simpatia. Oltre ad aspettare il turno in doccia. Ma con due docce e una scolaresca, i tempi diventano lunghi.
Poi si prendono armi e bagagli e si va in Università. Passando, tutte le mattine, davanti alla maestosa Biblioteca intitolata a Lenin. E davanti al Cremlino.
Il fatto di non essere nell'immenso edificio centrale mi ha inizialmente deluso un po'. Però il fatto di essere in centro e non a mezz'ora da tutto, in un edificio dove tutte le aule si trovano facilmente e a 5 minuti dall'ostello è una manna dal cielo. Finalmente posso camminare fino all'aula senza dover passare da metro affollate, senza dover salire su bus troppo stretti. L'edificio della <facoltà di giornalismo in più è piccolo è molto fascinoso. Colori pastello, architettura neoclassica, busti ovunque. Sembra un po' un confetto giallo, a pensarci.
Ma è arrivata la kasha, tempo di mangiare!
Poi si prendono armi e bagagli e si va in Università. Passando, tutte le mattine, davanti alla maestosa Biblioteca intitolata a Lenin. E davanti al Cremlino.
Il fatto di non essere nell'immenso edificio centrale mi ha inizialmente deluso un po'. Però il fatto di essere in centro e non a mezz'ora da tutto, in un edificio dove tutte le aule si trovano facilmente e a 5 minuti dall'ostello è una manna dal cielo. Finalmente posso camminare fino all'aula senza dover passare da metro affollate, senza dover salire su bus troppo stretti. L'edificio della <facoltà di giornalismo in più è piccolo è molto fascinoso. Colori pastello, architettura neoclassica, busti ovunque. Sembra un po' un confetto giallo, a pensarci.
Ma è arrivata la kasha, tempo di mangiare!
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